Adobe, Jobs ed io
Ha ragione Jobs, Adobe Flash ha un sacco di difetti. Ma Adobe non ha tutti i torti. La dimostrazione, sulla mia pelle
L'ultima che m'è capitata: vendiamo a una agenzia immobiliare una soluzione molto graziosa e integrata. Loro compilano le schede degli immobili in vendita, come sempre. Il sito web pesca da questo database, importa le immagini in qualità adeguata, offre un motore di ricerca ai visitatori, insomma si aggiorna da solo. Una applicazione che gira su una macchina nei loro uffici mostra invece foto e video in altissima qualità ai clienti presenti di persona. Il problema? Ha ragione Jobs, Adobe Flash ha un sacco di difetti. Ma Adobe non ha tutti i torti.
La parte web funziona che è una bellezza. L'applicazione in locale però deve mostrare video in full HD (1920x1080 pixel) su un grande schermo al plasma. Per pilotare l'applicazione -- scritta con Adobe Air 2.0 -- abbiamo fatto acquistare al cliente un iMac di punta, con lo schermo in duplicazione (così tutta la RAM della scheda video è dedicata all'unica schermata). Ma il video si vede proprio male; a scatti. Il medesimo video, proiettato con Quicktime Player, si vede così così. Su un PC Dell con Windows 7, costato la metà dell'iMac, si vede bene in entrambi i modi. Abbiamo provato con un Mac Pro preso in prestito: peggio che andar di notte.
Quel che scrive Jobs nella sua famigerata
lettera aperta a proposito di Flash è vero. Flash è un sistema spaventosamente goloso di risorse -- al punto da prosciugare le batterie dei portatili che ne fanno uso -- piuttosto instabile in tutti gli ambienti sui quali gira, (tranne Windows, aggiungo io), spesso oggetto di attacchi da parte degli hacker, e non troppo efficace in quello che dovrebbe essere il suo punto forte ovvero la gestione dei video. La mia esperienza lo dimostra. Adobe Air, che è basato sul medesimo codice di Flash, proietta male i video H.264 a tutto schermo dell'immobiliare mia cliente.
Il capo di Adobe, Shantanu Narayen, risponde con una intervista al Wall Street Journal. Usa l'aggettivo "aperto" per significare "che funziona su dispositivi di molti produttori"; il che è comprensibile visto che Adobe vuole vendere i suoi strumenti ai creatori di contenuti, ma un po' criticabile, visto che solo Adobe può decidere di concedere o revocare il supporto a un qualsiasi dispositivo. Altra mezza verità: "se il software Adobe manda in crash un Apple, questo ha a che fare col sistema operativo". Certamente, se OS X si bloccasse il dito andrebbe puntato contro Apple. Io, nella mia esperienza, ho sempre visto "chiudersi inaspettatatamente" l'applicazione Adobe o il browser in cui girava l'estensione Flash di Adobe, e in questi casi non posso che dissentire dal signor Narayen.
L'interesse economico della casa di Cupertino sta nel vendere un treno di iDispositivi, e lo persegue a scapito persino della buona salute di Mac, come ho spesso argomentato su queste pagine e come dimostra il mio problema con i video Full HD a tutto schermo sull'iMac, che perdono fotogrammi per strada. Apple ci guadagna anche se un gran numero di app viene sviluppato esclusivamente per gli iDispositivi (o per i Mac), perché gli utenti di quei programmi saranno costretti per tutta la vita a restare clienti Apple.
Qualcuno dirà che è evidente, ma non è una banalità come può sembrare. Sino a pochi anni fa, Apple costruiva calcolatori che facevano (almeno) le stesse cose che fanno i PC, ma meglio. Più velocemente, in modo più amichevole. Adesso, Apple ruba una pagina a Microsoft quando usa la sua preponderanza sul mercato per chiedere agli sviluppatori di creare giochi e strumenti innanzitutto per i suoi apparecchi ed esclusivamente per i suoi apparecchi. Se il gioco, o l'applicazione, vuole trovare anche altri mercati, andrà dunque riscritto daccapo. Questo comportamento è lecito, per carità, ma è contro l'interesse di Adobe, degli sviluppatori e (limitatamente) dei consumatori, che possono godere di maggiore sceta da iniziative multipiattaforma se ben progettate, come dimostra il recentissimo Steam per Macintosh. Microsoft venne pescata con le mani nel sacco ad abusare del suo monopolio per dannegguare i competitori; non vedo niente di questo genere nei comportamenti della casa di Jobs. Ma lascia l'amaro in bocca. Così come installare Windows su un iMac 27" perché funzioni come dovrebbe.
Originariamente pubblicato in data 14/05/2010