I lavoratori erediteranno la terra
Le Nazioni Unite hanno rilasciato il rapporto 2004 sulla diffusione dei robot nel mondo. Alcuni spunti dinteresse.
UNECE, una agenzia delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, ha rilasciato il rapporto 2004 sulla diffusione dei robot nel mondo intendendo con questo termine qualsiasi macchina che operi autonomamente, spesso sotto propulsione propria e in molti casi sostituendo un essere umano in un lavoro insicuro, scomodo o defatigante. Secondo gli esperti della commissione il numero dei robot nel mondo è cresciuto del 28% rispetto all'anno precedente ed destinato a crescere strepitosamente entro il 2007, quando faranno la loro comparsa anche in moltissime case. Lo studio, rilasciato nella forma di un corposo dossier di 414 pagine, è ricchissimo di dati e cifre: la sua lettura ci ha lasciati con una vera messe di appunti tra l'interessante e il divertente.
Nel mondo esistono almeno ottocentomila robot che lavorano nell'industria la percentuale maggiore è in Giappone, che ne vanta 350.000, seguito dall'Unione Europea con 250.000 e dagli Stati Uniti con 112.000. In Svizzera i robot sono 3.480, di cui 240 installati nel corso dell'ultimo anno: il numero complessivo nel nostro Paese però è rimasto sostanzialmente immutato a causa del "pensionamento" di alcuni vecchi modelli un robot ha una vita lavorativa compresa tra i 12 e i 15 anni. Il conservativo trend svizzero è pressappoco condiviso con il resto d'Europa, mentre lo stesso non si può dire di altre nazioni, dove il numero dell'installato è cresciuto anche in modo massiccio in conseguenza dell'industrializzazione e della crescita economica: è il caso di Taiwan, della Corea (che oggi dispone di 47.845 robot) e della Repubblica Ceca (con 1.445).
I robot sono molto diffusi nell'industria automobilistica, dove in media ne esiste uno ogni dieci operai umani. I lavoratori meccanici vengono utilizzati anche sott'acqua, per usi medicali, per la sorveglianza e la sicurezza, nella demolizione e costruzione di edifici, e persino nella mungitura automatica del bestiame. Il loro costo è molto variabile perché non ne esistono di "precotti" per l'industria ma essi vengono invece assemblati sulla base delle richieste specifiche dell'impresa; il cartellino del prezzo dei robot industriali quindi varia tra un minimo di diecimila e un massimo di trecentomila dollari (per i modelli subacquei, che sono i più costosi). Complessivamente, il valore di tutti i robot installati sulla Terra è di circa 2,4 miliardi di dollari.
Un capitolo a parte del rapporto è dedicato a tracciare la crescita in potenza e flessibilità dei robot nel tempo, che rispecchia quella dei personal computer. Dal 1990, quando le Nazioni Unite hanno iniziato a tenere traccia dello sviluppo nel campo, i lavoratori meccanici sono scesi di prezzo del 43%, pur migliorando nell'accuratezza dei movimenti (+61%), aumentando la capacità di raggiungere e manipolare oggetti lontani dal corpo (+36%) e perfezionandosi nella meccanica al punto di vedere una crescita del 137% nel periodo di tempo che passa mediamente tra un guasto e il successivo. Complessivamente, posto a cento il costo di un robot del 1990, il costo di un robot identico per caratteristiche tredici anni più tardi si sarebbe ridotto a meno del venti per cento.
Nelle case private del mondo esistono oggi circa 610.000 robot, quasi tutti acquistati e installati nell'ultimo anno. Sono principalmente robot-aspirapolvere, lanciati sul mercato nel 2001, che si muovono autonomamente e puliscono i pavimenti aggirando gli ostacoli. Esistono anche i robot-tagliaerba, nati nel 2003 e piuttosto simili nella logica d'uso. Quello casalingo è, secondo le Nazioni Unite, il segmento destinato a conoscere la maggior crescita; la stima è di circa 6.600.000 nuove unità vendute entro il 2007. Cresceranno non soltanto questi due impieghi, ma anche altre applicazioni come per esempio la pulizia delle piscine, il lavaggio di automobili e di finestre, e la sicurezza. Nel mese di novembre scorso, per esempio, la Fujitsu ha lanciato Maron, un robottino ambulante alto 32 centimetri, del peso di cinque chili e dotato di due telecamere. Esso si muove per casa seguendo un percorso prefissato. Può scoraggiare i ladri, operando gli elettrodomestici usando un telecomando universale all'infrarosso incorporato che gli permette per esempio di accendere i televisori. Se percepisce una intrusione fra le mura di casa, Maron fa suonare una sirena, scatta fotografie con le telecamere e le invia al telefono cellulare del proprietario.
Ci sono anche, e sono i più economici, i robot da intrattenimento: il più famoso è un cane robot prodotto da Sony, lo Aibo. Secondo lo studio esistono oggi 691.490 modernissimi giocattoli di questo tipo nel mondo, destinati a diventare due milioni e mezzo entro il 2007, per un valore complessivo di quattro miliardi di dollari di fatturato. Un successo analogo è predetto per i più complessi robot umanoidi, tanto amati dalla fantascienza (basti pensare al co-protagonista dorato di Guerre Stellari, il timido robot protocollare C3-PO). Le Nazioni Unite stimano che se ne produrranno circa 24.000 nei prossimi anni, da impiegare negli scopi più vari. Qualcuno farà l'intrattenitore (per esempio, ci saranno i robot pianisti) e qualcuno verrà impiegato nel marketing. Lo studio conclude con una predizione affascinante: "entro la fine del decennio non si limiteranno a pulire i nostri pavimenti, falciare i nostri prati, custodire le nostre case; i robot assisteranno anche gli anziani e i portatori di handicap, eseguiranno operazioni chirurgiche, ispezioneranno siti pericolosi, combatteranno gli incendi e smineranno le bombe". Che dire? Buon lavoro!
Originariamente pubblicato in data 07/03/2005