Video 'o 'Mac quant'è bbello
Video 'o 'Mac quant'è bbello
Sento dire e ripetere, su Internet e sulle riviste, colossali baggianate a proposito della distribuzione digitale dei film. Proviamo a fare chiarezza in proposito?
I film in circolazione sono variamente distribuiti con tre differenti risoluzioni. Quella peggiore si chiama standard definition, SD, ed è quella caratteristica dei DVD. Ogni fotogramma è raffigurato con 720x576 pixel e normalmente ci sono 25 fotogrammi ogni secondo. Salendo di qualità troviamo la high definition 720p, HD, dove i fotogrammi godono di 1280×720 pixel (se fate le moltiplicazioni e le divisioni vedrete che sono il 220% dei pixel rispetto alla SD). Queste sono le due risoluzioni proposte da Apple in vendita e in noleggio su iTunes nella nostra nazione. Negli Stati Uniti, un numero limitato di pellicole viene anche proposto alla risoluzione ancor più alta, la cosiddetta "Full HD" 1080p, con 1920x1080 pixel, calcolatrice alla mano pari al 225% rispetto alla semplice HD ovvero il 500% della qualità di un video SD.
I video che vediamo sul web possono invece assumere qualsiasi risoluzione, non soltanto una di queste tre, e soprattutto di solito non hanno 25 fotogrammi al secondo ma qualcosa in meno per risparmiare spazio e risultare scaricabili anche da chi ha una linea ADSL di bassa qualità (come tutte quelle vendute in Italia, nessuna esclusa -- vedi il mio articolo Per un'Italia di forte fibra).
I moderni film girati in digitale vengono ripresi in 1080p e proiettati al cinema in quella risoluzione (anche le uniche due sale IMAX esistenti in Italia a Milano e Rimini, le migliori per equipaggiamento di proiezione, sono caratterizzate da impianti 1080p). Una manciata di film ogni anno utilizza telecamere speciali, costosissime, e viene immortalata a una qualità ancor maggiore del 1080p, chiamata di solito "4k": sono 3960x2160 pixel, il 400% in più del "full HD", ma al momento le sale e i televisori capaci di tanto sono rari quanto mosche bianche e chiuderei il discorso dicendo che, se volete guardare un film con la medesima qualità con cui il regista l'ha concepito, dovete puntare al 1080p. Il che vi è difficile -- è questo il senso di questo articolo -- se pensate che non solo Apple con iTunes ma anche Sky Cinema e il digitale terrestre si fermano praticamente sempre al formato 720p. L'unico modo legale a disposizione dei consumatori per vedere i film a piena qualità è di acquistare un lettore Blu-Ray e comprare i dischi ottici con i film. Una tecnologia vecchia di diversi anni (venne lanciata nel 2006) ma ancora insuperata come vedremo tra poco, e oggi molto economica, che resterà dominante sino alla fine di questo decennio.
Per dirla tutta, ma proprio tutta a proposito della qualità dei film che ci guardiamo devo aggiungere che bisognerebbe far conto anche su un altro fattore: la compressione. Nessun video digitale viene registrato su disco o spedito in streaking su Internet un pixel alla volta; ogni fotogramma viene invece compresso per risparmiare spazio.
Prendiamo un bel film d'autore, Hugo Cabret di Martin Scorsese. Se lo acquistate in 720p via iTunes scaricherete 3,95 GB al prezzo di 11,99 euro. Chi abita negli USA ha a disposizione anche la proposta 1080p e se la accetta scarica 4,84 GB. Come vedete, non si tratta di una dimensione pari al 225% della precedente, come dovrebbe, perché Apple comprime moltissimo il video per renderlo abbordabile allo scaricamento. Su Blu-Ray, che non ha problemi di spazio (quei dischi ottici hanno capienza di 50 GB ciascuno) il film occupa 22,8 GB e la proiezione risulta ben più nitida, come vedrà chi ferma un fotogramma sui titoli di coda scritti in piccolo.
Se possedete un televisore piatto acquistato negli ultimi dieci anni, un comune monitor da 23 pollici o oltre, o un monitor retina allora certamente il vostro schermo è in grado di proiettare film "full HD", ma come dicevamo Apple non vi offre la qualità di cui il vostro apparato è capace. Difficile fargliene una colpa, anche perché non c'è alcuna concorrenza che possa portare la casa di Cupertino ad abbassare le tariffe o alzare la qualità. Negli Stati Uniti invece l'offerta di film in streaming è competitiva, con una decina di operatori che si contendono il mercato (tra gli altri: Netflix, Hulu, Amazon, Redbox e Vudu), ma anche nel nord Europa esistono alternative ad Apple. Qui no.
Quindi noi consumatori abbiamo tre scelte. Primo: comprare da Apple un film di qualità mediocre pagandolo (nel caso del mio esempio) 3 euro a gigabyte. Secondo: portare a casa un disco Blu-Ray con la medesima qualità voluta dal regista a 56 cent a gigabyte, ovvero a 87 cent in più rispetto alla precedente offerta. Terzo: scaricare da Internet e finire l'eternità morsicati da serpenti e inceneriti (è quel che succede nella settima bolgia, stando a Dante…)
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Mentre sviluppava alcune webTV dal 2007 ad oggi, Luca Accomazzi ha imparato a fare le moltiplicazioni coi pixel