Unione Europea e Stati Uniti: niente più rischio di sanzioni per il trasferimento di dati personali

La Commissione Europea ha formalmente riconosciuto gli Stati Uniti come un paese con protezioni e garanzie sufficienti per il trattamento dei dati personali.


11/07/2023 - Alessia Di Fede

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Da oggi 11 Luglio 2023 è di nuovo consentito trasferire legalmente i dati dei cittadini e dei residenti dei Paesi membri dell’Unione Europea presso server degli Stati Uniti.

La Commissione Europea ha infatti ieri approvato l'EU-US Data Privacy Framework stabilendo che “gli Stati Uniti garantiscono un livello di protezione adeguato - comparabile a quello dell'Unione europea - per i dati personali trasferiti dall'UE alle imprese statunitensi […]".

Questa cosiddetta “decisione di adeguatezza” comporta quindi che i dati personali dei cittadini europei possano passare dall’UE agli USA senza dover mettere in atto ulteriori salvaguardie per la protezione dei dati rispetto a quanto già applicato all'interno dell’UE. Diminuisce quindi anche la responsabilità nei confronti delle aziende europee che scelgono fornitori statunitensi.

Per le aziende americane invece questa decisione comporterà la possibilità di aderire al Data Privacy Framework sul trasferimento dei dati UE-USA impegnandosi così a rispettare una serie dettagliata di obblighi in materia di privacy. Avranno ad esempio l’obbligo di cancellare i dati personali degli utenti quando non sono più necessari per lo scopo per cui sono stati raccolti, dovranno garantire la continuità della protezione dei dati quando questi sono condivisi con terzi, etc… Insomma, le aziende statunitensi dovranno operare secondo le regole del GDPR.

Il rispetto e il buon funzionamento del quadro UE-USA per la protezione dei dati personali sarà oggetto di controlli periodici da parte della Commissione Europea in collaborazione con le Autorità europee e statunitensi di protezione dei dati.

Attenzione però! Rimangono infatti aperti alcuni quesiti sulla autentica capacità degli Stati Uniti di garantire la protezione dei dati personali dei cittadini europei. La NOYB – l’organizzazione fondata dall’attivista Max Schrems – ha infatti già annunciato l’intenzione di presentare ricorso mettendo in discussione la validità e la conformità dell’accordo e preannunciando così una causa Schrems III. È perciò molto probabile che la questioni ritorni presto di fronte alla Corte di Giustizia e che l’accordo possa essere sospeso mentre viene esaminato.

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