USI I FACEBOOK PIXEL? ATTENZIONE

Il GDPR torna a far parlare di sé e rischiano di scattare nuove sanzioni


30/03/2023 - Mario Radano

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Il DSB, garante della privacy austriaco, accusa Meta di comportamenti illeciti nei confronti degli utenti, e l’accusa tocca innumerevoli siti web in tutta Europa. Il motivo? L’utilizzo dei Facebook pixel, ovvero il sistema di tracciamento dei dati di navigazione dell’utente, presente in gran parte dei siti che visitiamo, utilizzato da Meta per suggerirci le pubblicità più adatte e profilare i nostri interessi.

Il meccanismo però, similmente a Google Analytics, non è trasparente nei confronti del consumatore, che nella maggior parte dei casi è all’oscuro di ciò che avviene durante la navigazione. E la raccolta dei dati non riguarda solamente chi è già iscritto a Facebook o Instagram e ha fatto log in, infatti la profilazione avviene a prescindere. Ergo, senza il nostro consenso, in modo non trasparente e al di fuori del nostro controllo. Tutte caratteristiche non proprio concordanti con le aspettative del GDPR.

Cosa succede quindi? Il problema era stato inizialmente sollevato da NOYB (NoneOfYourBusiness), una organizzazione senza scopo di lucro che si batte per la protezione della privacy in Europa, in una lista di 101 reclami. Ripreso dal DSB, il tema riguarda soprattutto il trasferimento dei dati raccolti in Europa verso la sede centrale Meta (negli USA, dove la loro tutela non è garantita adeguatamente). Per il momento non sembra siano previste ripercussioni sui siti di terzi che utilizzano i Facebook pixel, ma sicuramente la questione è stata sollevata e in un prossimo futuro potrebbero esserci grandi cambiamenti – e magari multe. Sostanzialmente viene rimarcato una volta per tutte che nel meccanismo attuale di profilazione non vengono rispettate le leggi vigenti, sia da parte di Meta che da chi colleziona e fornisce i dati per loro.

Ora ci si aspetta che altri garanti della privacy europei riecheggino la decisione di quello austriaco.

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