LE PWA, PAGINE WEB CHE SEMBRANO UN'APP

Un modo innovativo che le imprese hanno per comunicare con i loro clienti


28/06/2022 - Aurora Pravettoni

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Le imprese, dall’alba dall’era digitale, hanno comunicato con i consumatori dei loro prodotti o servizi mediante le pagine dei siti web, sostituendo i più tradizionali sistemi: chiamate per telefono, sportelli sul territorio, eccetera. All’interno delle pagine web gli utenti trovano uno spazio virtuale che accoglie tutto il materiale necessario per dare una risposta alle loro problematiche, scaricare informative e trovare conti e bollette — tutto suddiviso in apposite sezioni.

Nel 2007, con l’avvento degli smartphone, Apple iniziò ad introdurre le app, software che troviamo nella schermata home di tablets e smartphone e che garantiscono ai loro utenti facilità ed immediatezza nell’accesso.

Inizialmente, a livello di realizzazione e programmazione software, le applicazioni e i siti web erano due cose totalmente differenti anche quando garantivano le stesse tipologie di funzionalità; dunque le imprese, che già di per sé dovevano sostenere costi per la gestione delle loro attività caratteristiche ed accessorie, si trovarono in una situazione di grande dubbio: scegliere se adottare solo una di queste soluzioni oppure adottarle entrambi con la consapevolezza di un incremento dei costi e della duplicazione delle informazioni.

Le imprese di grandi dimensioni in quanto consolidate, con una forte e fidelizzata clientela e con margini di profitto consistenti e stabili optavano, per la maggioranza dei casi, per l’adozione di soluzioni ampie costituite sia da pagina web che da applicazione; le imprese di piccole e medie dimensioni invece, con una base più ristretta di clienti e margini di profitto più contenuti, adottavano perlopiù soluzioni unicamente app o unicamente sito web.

 

Le statistiche ci dicono che lo smartphone medio monta, oltre alla app “di serie” con cui è stato fornito al consumatore, solo cinque altre app. Quindi si vede bene che chi ha scelto di puntare soprattutto sulla app aziendale, a discapito del sito, ha tutto sommato sbagliato perché le app aziendali vengono mediamente snobbate dagli utenti finali. Ma la questione è più complessa di così.

 

Ben presto appare di conseguenza un problema: la presenza di (letteralmente) milioni di app all’interno degli store virtuali tematici di ciascun sistema smartphone, e cioè Google Play e Apple Store. Una scelta talmente vasta e ingombrante da rendere difficoltoso per l’utente ricercare la corretta applicazione da usare come riferimento per interagire con l’impresa da cui aveva comprato un prodotto o un servizio.

Quest’anno entrambi i marketplace di app hanno adottato regolamentazioni interne per liberarsi di un po’ di zavorra. Apple, per esempio, chiede agli sviluppatori di applicazioni di aggiornare le stesse almeno ogni due anni, pena la rimozione della loro applicazione dal negozio virtuale. Google preferisce nascondere le app vecchiotte dalle ricerche, tranne quelle che ne riportano con massima precisione il nome.

 

Ma Android ha fatto anche di più per disincentivare lo sviluppo di app aziendali. Il sistema operativo di Google permette al suo utente di trasformare una pagina web opportunamente programmata in un’applicazione quasi indistinguibile da quelle native. È la tecnologia “PWA”, in italiano applicazioni web progressive: l’utente si trova sulla schermata home una icona che rappresenta la pagina web, la quale una volta aperta riempie tutto lo schermo e presenta pulsanti, menu e widget identici a quelli delle app native.

Quando uno sviluppatore web trasforma una pagina qualsiasi in una PWA, inoltre, le conferisce possibilità di ricevere notifiche native. Non serve accedere al sito web e neppure avere aperto Chrome per ricevere le ultime novità e gli avvisi. L’arrivo della più recente bolletta del gas, o del bonifico con lo stipendio, può quindi venire istantaneamente notificato al cliente dalla azienda senza sobbarcarsi il costo di una app separata dal sito web.

 

L’adozione delle PWA da parte delle aziende è stato però freddato per colpa della mancata adesione da parte di Apple a questa tecnologia. Una multiutility o una banca, per continuare l’esempio di poco fa, non può certo riservare un trattamento inferiore ai proprietari di iPhone, che nel nostro Paese sono oltre un quarto della popolazione.

 

La novità sta nell’annuncio da parte di Apple che, a partire dal prossimo mese di settembre, verrà rilasciata una nuova versione del browser Safari che abbraccia pienamente PWA e che potrà venire installata nelle ultime due versioni del sistema operativo (ovvero sul 95% degli iPhone e iPad in circolazione), oltre che su tutti i Mac.

 

È una splendida notizia per le imprese che vogliono tenersi all’avanguardia, permettendo alle stesse di ottenere notevoli miglioramenti delle prestazioni misurate dagli indicatori di performance, come per esempio l’incremento del tempo trascorso nel sito da parte dell’utente e l’aumento delle conversioni di nuovi utenti, e di aumentare la prossimità al cliente, migliorando così non solo i servizi di assistenza offerti, ma anche la reputazione stessa dell’impresa produttrice/distributrice del prodotto/servizio. Il tutto riducendo i costi.

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